Il progetto Raise up è stato di recente citato come esempio di pratica positiva da monitorare nell’ambito del documento della Piattaforma europea contro il lavoro sommerso. Per il periodo 2019/2020, proprio come suggerito dal nostro progetto, la Piattaforma ha inserito nel proprio programma di lavoro l’agricoltura come area di intervento prioritaria e la promozione dell’approccio olistico come azione chiave.

Pietro Ruffolo, coordinatore dell’area politiche europee e internazionali della Flai Cgil, ha avuto l’occasione di condividere alcune considerazioni su questa piaga e sulle sue possibili soluzioni durante l’ultima riunione del gruppo di lavoro a Bruxelles, lo scorso 24 gennaio.

Caporale in azione

Quello del lavoro nero in agricoltura non è un fenomeno esclusivamente italiano, ma si riscontra in diversi paesi europei ed è solo attraverso la cooperazione transazionale, il coinvolgimento di tutte le parti interessate e l’adozione di un approccio olistico che si può pensare di affrontare la risoluzione del problema.

Ghetto bulgaro dopo un incendio

Tra le soluzioni prospettate:

  • miglior coordinamento transnazionale degli ispettorati del lavoro;
  • creazione di una white list di imprese virtuose in ordine al rispetto della contrattazione collettiva, della normativa fiscale e del lavoro e della previdenza sociale;
  • rafforzamento del sostegno alle campagne di sensibilizzazione attraverso la cooperazione tra sindacati e istituzioni;

Accordo internazionale di cooperazione tra sindacati

  • Impegno della filiera ad applicare un sistema di etichettatura che consenta ai consumatori di riconoscere l’origine “socialmente responsabile” dei prodotti
  • introduzione dell’obbligo di contratto scritto nel giorno stesso dell’assunzione
  • Impegno concreto della Politica agricola comune che dovrebbe aumentare il livello delle qualifiche professionali per i lavoratori agricoli attraverso la formazione professionale iniziale e permanente; rendere vincolante l’inclusione della formazione professionale iniziale e continua nei piani nazionali a sostegno del secondo pilastro; obbligare gli Stati membri a subordinare i pagamenti all’assenza di frodi nelle assunzioni e al rispetto degli accordi collettivi e delle norme in materia di salute e sicurezza.

Per approfondire:
Qui è possibile scaricare il documento della Piattaforma europea di contrasto al lavoro sommerso.
Qui, invece, si trova la presentazione della Flai Cgil.

Totem informativo del Consolato rumeno presso la Camera del Lavoro di Bari

(Tutte le foto sono di Pietro Ruffolo)