PROSPETTIVE DELL’OCCUPAZIONE OCSE 2025 – ITALIA

Luglio 2025

Luglio 2025

Secondo l’OCSE, a maggio 2025, il tasso di disoccupazione dell’Italia si attesta al 6,5% ovvero 0,1 punti percentuali in meno rispetto a maggio 2024 e 3,1 punti percentuali in meno rispetto a prima dell’inizio della pandemia, sebbene rimanga al di sopra del 4,9% valore medio registrato per i paesi OCSE.

L’occupazione totale in Italia è aumentata nell’ultimo anno; l’incremento è pari all’1,7% a maggio 2025 rispetto a maggio 2024. 

Salari reali in risalita ma in Italia continua il calo

I salari reali[1] stanno crescendo praticamente in tutti i paesi dell’OCSE, ma nella metà di essi sono ancora inferiori ai livelli dell’inizio del 2021, prima dell’impennata dell’inflazione che ha seguito la pandemia.

L’Italia è il Paese che ha registrato il calo dei salari reali più forte tra le principali economie OCSE. All’inizio del 2025 i salari reali in Italia erano inferiori al 7,5% rispetto all’inizio del 2021. 

Variazione dei salari orari reali, primo trimestre 2025 o ultimo trimestre disponibile

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Fonte: OECD, Employment Outlook 2025

Effetti dell’invecchiamento della popolazione sulla crescita economica

Nel mondo si vive più a lungo grazie alle condizioni di salute migliori rispetto al passato. Nei paesi dell’OCSE, entro il 2060 il rapporto tra anziani e persone in età lavorativa aumenterà del 67%. Se le politiche non cambiano questa trasformazione demografica genererà un rallentamento della crescita economica di circa 0,4 punti percentuali all’anno.

Politiche per il contrasto al cambiamento climatico e nuove posizioni lavorative

Nel rapporto del 2024 l’OCSE analizza come le politiche volte a contrastare il cambiamento climatico possono contribuire ad una ricollocazione di molti occupati in posti di lavoro “green”. In tutta l’OCSE, il 20% della forza lavoro è impiegata in professioni green-driven[2] (in Italia il 13,7%); circa il 7%, invece, è occupato in industrie ad alta intensità di emissioni di gas serra (in Italia il 5,1%). Secondo l’OCSE, in Italia, si rileva però una differenziazione tra i lavoratori che posso accedere a questa opportunità di ricollocazione.  


[1] Il salario nominale (la retribuzione monetaria della forza lavoro) tende sempre a scostarsi dalla quantità di merci acquistabili mediante la busta-paga (salario reale), per la svalutazione del denaro cioè per la rivalutazione delle altre merci (inflazione)

[2] Sono le professioni che contribuiscono direttamente alla riduzione delle emissioni, ma anche professioni di supporto alle attività verdi e che sono necessarie alla transizione

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