ECONOMIA NON OSSERVATA NEI CONTI NAZIONALI – ANNI 2020-2023

Ottobre 2025

Nel 2023 il valore aggiunto generato dall’economia non osservata, ovvero dalla somma di economia sommersa e attività illegali, si è attestato a 217,5 miliardi di euro, registrando una crescita del 7,5% rispetto all’anno precedente (quando era 202,4 miliardi). In termini di incidenza, il peso del valore aggiunto da economia non osservata sul PIL è leggermente aumentato, attestandosi al 10,2% rispetto al 10,1% del 2022.

Nel settore agricoltura, silvicoltura e pesca l’economia sommersa vale 5,9 miliardi di euro e pesa per il 14,9% sul totale del valore aggiunto generato dal settore.

La crescita dell’economia non osservata è stata determinata principalmente dall’andamento del valore aggiunto generato dall’utilizzo di “lavoro irregolare”, che ha segnato un aumento di 7,8 miliardi di euro (+11,3%) rispetto al 2022.

Per quanto riguarda l’economia sommersa, nel 2023, il valore si è attestato a 197,6 miliardi di euro, in crescita del 6,6% (+6,7 miliardi) rispetto al 2022. Il suo peso sul PIL rimane sostanzialmente stabile al 9,2% (era il 9,1% nel 2022). I settori nei quali il peso del sommerso economico è maggiore sono gli “Altri servizi alle persone” (32,4% del valore aggiunto del comparto), il “Commercio, trasporti, alloggio e ristorazione” (18,8%), le “Costruzioni” (16,5%), l’“Agricoltura, silvicoltura e pesca” (14,9%) e i “Servizi professionali” (13,7%). 

La dimensione del valore aggiunto generato da sotto-dichiarazione ha un ruolo significativo per gli “Altri servizi alle persone” (12,2% del totale del valore aggiunto del settore), per il “Commercio, trasporti, alloggio e ristorazione” (11,1%) e le “Costruzioni” (10,3%).

Il valore aggiunto generato dall’impiego di lavoro irregolare presenta una maggiore incidenza negli “Altri servizi alle persone” (19,7% del valore aggiunto totale), anche per l’inclusione del lavoro domestico.

Il tasso di irregolarità, calcolato come incidenza percentuale delle unità di lavoro a tempo pieno (ULA) non regolari sul totale, risulta in aumento nell’ultimo anno, attestandosi al 12,7%, dopo il 12,5% stimato nell’anno precedente. L’agricoltura, silvicoltura e pesca, dove è irregolare più di una unità di lavoro dipendente a tempo pieno (ULA) su tre, è il secondo settore in termini di incidenza delle unità di lavoro irregolari (35,0% del totale delle ULA dipendenti). In particolare, nel settore “Agricoltura, silvicoltura e pesca” sono 203mila le unità di lavoro in condizione di non regolarità (146mila dipendenti e 57mila indipendenti).