Riforma della PAC 2028-2034: una analisi dei contenuti della proposta di regolamento UE

Riforma della PAC 2028-2034: una analisi dei contenuti della proposta di regolamento UE

La proposta di Quadro Finanziario Pluriennale (QFP) 2028-2034 prevede circa 300 miliardi di euro per il sostegno agli agricoltori europei, con una riduzione di 86 miliardi rispetto all’attuale dotazione. Il recupero potrebbe avvenire tramite i Piani Nazionali e Regionali di Partenariato e cofinanziamenti nazionali.

La nuova PAC punta a garantire la sicurezza alimentare dell’UE, promuovere il ricambio generazionale, sostenere zone rurali dinamiche e rafforzare la sostenibilità del settore agricolo.

Nazionale e Regionale (NRPF). La Commissione fornirà raccomandazioni nazionali agli Stati membri per indirizzare i rispettivi Piani di Partenariato (NRP).

Si introduce un “sistema di gestione aziendale” con requisiti ambientali e sociali obbligatori per accedere ai principali pagamenti. Sono previste diverse forme di sostegno: al reddito, agroambientale, a piccoli agricoltori, giovani, investimenti, rischio e formazione.

I pagamenti vengono differenziati per sostenere i soggetti più bisognosi. Il tetto massimo per agricoltore è fissato a 100.000 euro l’anno. Entro il 2032 non potranno beneficiarne i pensionati.

Previsto un sostegno fino a 3.000 euro annui per agricoltore, stabilito dai singoli Stati membri. L’adesione è volontaria.

Previsti pagamenti per compensare le difficoltà in aree con vincoli naturali, fino al 2% della superficie agricola del paese.

Aumentata al 20% la quota destinabile al sostegno accoppiato per settori in difficoltà, in particolare zootecnia. Possibilità di aggiungere un ulteriore 5% in aree vulnerabili.

Sostegno per perdite superiori al 20% rispetto alla media degli anni precedenti.

Aiuti a investimenti per la resilienza agricola e climatica, inclusi quelli per l’adeguamento a nuovi obblighi normativi.

Contributi fino a 300.000 euro per favorire l’ingresso di giovani e nuove imprese in agricoltura. Prevista una strategia nazionale per il ricambio generazionale.

Sostegno per la sostituzione temporanea del titolare aziendale in caso di congedi o formazione.

Supporto allo sviluppo rurale e alla diversificazione economica delle aree con svantaggi specifici.

Finanziamento a progetti di innovazione e trasferimento tecnologico (PEI-AGRI), formazione e consulenza.

Ogni Stato membro dovrà istituire un sistema efficace di consulenza e diffusione delle conoscenze (AKIS), garantendo imparzialità e accessibilità

Ogni Stato membro designa un’autorità responsabile per garantire l’interoperabilità dei sistemi informativi PAC.

PeriodoEvento chiave
16 luglio 2025Presentazione ufficiale proposta PAC post-2027 alla Commissione Agricoltura e Sviluppo rurale del Parlamento europeo
17 luglio 2025Invio dei testi al Consiglio dell’Unione europea
17 luglio 2025Invio dei testi al Parlamento europeo
Inizio 2026Avvio triloghi con il Parlamento europeo
2028Entrata in vigore nuova Pac e nuovo QFP (Quadro Finanziario Pluriennale)

PROSPETTIVE DELL’OCCUPAZIONE OCSE 2025 – ITALIA

PROSPETTIVE DELL’OCCUPAZIONE OCSE 2025 – ITALIA

Luglio 2025

Secondo l’OCSE, a maggio 2025, il tasso di disoccupazione dell’Italia si attesta al 6,5% ovvero 0,1 punti percentuali in meno rispetto a maggio 2024 e 3,1 punti percentuali in meno rispetto a prima dell’inizio della pandemia, sebbene rimanga al di sopra del 4,9% valore medio registrato per i paesi OCSE.

L’occupazione totale in Italia è aumentata nell’ultimo anno; l’incremento è pari all’1,7% a maggio 2025 rispetto a maggio 2024. 

Salari reali in risalita ma in Italia continua il calo

I salari reali[1] stanno crescendo praticamente in tutti i paesi dell’OCSE, ma nella metà di essi sono ancora inferiori ai livelli dell’inizio del 2021, prima dell’impennata dell’inflazione che ha seguito la pandemia.

L’Italia è il Paese che ha registrato il calo dei salari reali più forte tra le principali economie OCSE. All’inizio del 2025 i salari reali in Italia erano inferiori al 7,5% rispetto all’inizio del 2021. 

Variazione dei salari orari reali, primo trimestre 2025 o ultimo trimestre disponibile

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Fonte: OECD, Employment Outlook 2025

Effetti dell’invecchiamento della popolazione sulla crescita economica

Nel mondo si vive più a lungo grazie alle condizioni di salute migliori rispetto al passato. Nei paesi dell’OCSE, entro il 2060 il rapporto tra anziani e persone in età lavorativa aumenterà del 67%. Se le politiche non cambiano questa trasformazione demografica genererà un rallentamento della crescita economica di circa 0,4 punti percentuali all’anno.

Politiche per il contrasto al cambiamento climatico e nuove posizioni lavorative

Nel rapporto del 2024 l’OCSE analizza come le politiche volte a contrastare il cambiamento climatico possono contribuire ad una ricollocazione di molti occupati in posti di lavoro “green”. In tutta l’OCSE, il 20% della forza lavoro è impiegata in professioni green-driven[2] (in Italia il 13,7%); circa il 7%, invece, è occupato in industrie ad alta intensità di emissioni di gas serra (in Italia il 5,1%). Secondo l’OCSE, in Italia, si rileva però una differenziazione tra i lavoratori che posso accedere a questa opportunità di ricollocazione.  


[1] Il salario nominale (la retribuzione monetaria della forza lavoro) tende sempre a scostarsi dalla quantità di merci acquistabili mediante la busta-paga (salario reale), per la svalutazione del denaro cioè per la rivalutazione delle altre merci (inflazione)

[2] Sono le professioni che contribuiscono direttamente alla riduzione delle emissioni, ma anche professioni di supporto alle attività verdi e che sono necessarie alla transizione

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La Bioeconomia in Europa 2024 

La Bioeconomia in Europa 2024 

Giugno 2025 

Il 10° Rapporto sulla Bioeconomia in Europa a cura di INTESA SAN PAOLO-CLUSTER SPRING-ASSOBIOTEC 2024 fornisce una panoramica completa delle informazioni disponibili in merito alle attività che utilizzano e trasformano risorse biologiche rinnovabili. In particolare, la definizione di Bioeconomia utilizzata in questa analisi include sia settori a monte della catena produttiva (come l’agricoltura, silvicoltura e pesca, l’industria del legno e della carta, l’industria chimica e della gomma-plastica), sia settori a valle del processo (come l’alimentare, l’abbigliamento, i mobili, la farmaceutica). 

Per l’analisi a livello europeo, il Rapporto sulla Bioeconomia 2024 focalizza l’attenzione sui dati relativi a Francia, Germania, Italia e Spagna. Nel complesso, la Bioeconomia ha generato nel 2023 un output di circa 1.751 miliardi di euro, occupando oltre 7,4 milioni di persone, che rappresentano l’8,4% e 6% rispettivamente sui valori complessivi dei quattro paesi europei analizzati. La figura Stima del Valore della Produzione e dell’Occupazione della Bioeconomia nel 2023 nei principali paesi europei mostra come la Bioeconomia della Germania sia al primo posto sia per valore della produzione (542,9 miliardi di euro) sia per il valore complessivo degli occupati (2,1 milioni di persone). L’Italia si posiziona al secondo posto per numero di occupati con 1.981 addetti e al terzo posto per valore della produzione (437,5 miliardi), preceduta da Francia (459,1 miliardi di valore Produzione e 1.814 occupati) e a seguire Spagna (311,9 miliardi di valore Produzione e 1.528 occupati). 

Stima del Valore della Produzione e dell’Occupazione della Bioeconomia nel 2023 nei principali paesi europei* 

*Valori in miliardi di euro e migliaia di occupati 

Fonte: nostra elaborazione su dati La Bioeconomia in Europa 2024  

Nel 2023, le attività legate alla Bioeconomia in Italia hanno generato un output stimato di 437,5 miliardi di euro, con un incremento di 9,3 miliardi rispetto al 2022, occupando circa 2 milioni di persone. La Bioeconomia rappresenta così il 10% del valore complessivo della produzione e il 7,6% dell’occupazione totale nell’economia italiana. Come si nota dalla figura L’evoluzione della Bioeconomia in Italia (valore della produzione, var. %), dopo la forte crescita del 2022, quando la produzione della Bioeconomia ha raggiunto i 428,3 miliardi di euro (+18% rispetto al 2021), spinta anche dall’aumento dei prezzi, nel 2023 il settore ha continuato a crescere, ma a un ritmo più moderato (+2,2%). L’occupazione, invece, è rimasta stabile, con circa 2 milioni di persone impiegate nel periodo 2021-2023. A livello di settore, quello agroalimentare, che rappresenta circa il 63,2% del valore complessivo della Bioeconomia (output di oltre 276 miliardi di euro, di cui 195 miliardi generati dall’industria alimentare, delle bevande e del tabacco), ha registrato nel 2023 un aumento del 6,8% del valore della produzione. Questo aumento è stato in parte correlato all’aumento dell’inflazione, che è stato comunque inferiore rispetto al 2022. Secondo ISTAT, nel 2023 l’agricoltura ha risentito meno degli effetti dell’instabilità dei prezzi legati alle criticità del contesto internazionale beneficiando di un rallentamento dell’aumento dei costi delle materie prime e dell’energia. Tuttavia, il settore è stato penalizzato da condizioni climatiche sfavorevoli: temperature primaverili fredde, caldo intenso e siccità estiva hanno, infatti, ridotto i volumi produttivi di molte coltivazioni. Di conseguenza, la produzione agricola, forestale e della pesca è diminuita in volume, ma è cresciuta in valore, anche se con un incremento più contenuto rispetto al 2022. Per quanto riguarda l’industria alimentare e delle bevande, nel 2023 si è registrato un lieve calo nei volumi prodotti, ma un aumento del valore (+6,5%), soprattutto grazie alla buona performance del comparto delle bevande. Anche dal punto di vista occupazionale, il settore agroalimentare è il più importante all’interno della Bioeconomia: nel 2023 ha impiegato 872 mila persone nell’agricoltura e 492 mila nell’industria alimentare, delle bevande e del tabacco. 

L’evoluzione della Bioeconomia in Italia (valore della produzione, var. %) 

Fonte: nostra elaborazione su dati La Bioeconomia in Europa 2024  

I dati presentati nel Rapporto INTESA SAN PAOLO-CLUSTER SPRING-ASSOBIOTEC, confermano il ruolo strategico del settore agroalimentare all’interno della Bioeconomia italiana ed europea. Nonostante le difficoltà legate all’inflazione, alle condizioni climatiche avverse e all’instabilità dei mercati internazionali, il settore ha dimostrato resilienza, con una crescita del 6,8% in valore nel 2023. Tuttavia, rimane evidente un elemento critico sul fronte occupazionale: continua a diminuire il numero di lavoratori impiegati in agricoltura, mentre cresce la componente occupata nella trasformazione industriale. 

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Il pensiero di Marx per comprendere le contraddizioni attuali e agire nel presente

Il pensiero di Marx per comprendere le contraddizioni attuali e agire nel presente

Sarà questo il filo conduttore dell’incontro pubblico dal titolo “Ripartire da Marx”, in programma lunedì 30 giugno alle ore 14.30 presso il Centro congressi Frentani di Roma.

Al centro del dibattito, l’attualità del pensiero di Marx come chiave di lettura dei conflitti sociali contemporanei e come guida per l’azione politica e sindacale.

Interverranno tre autorevoli relatori: Marcello Musto, sociologo esperto di Marx; Luciana Castellina, giornalista e figura storica della politica italiana; Marco Veronese Passarella, economista e autore di numerosi saggi.

I lavori saranno introdotti dai saluti di Tina Balì, presidente della Fondazione Metes, mentre le conclusioni saranno affidate a Giovanni Mininni, segretario generale della Flai Cgil. Il confronto sarà coordinato da Gennaro Ercolanese, dell’Area formazione di Metes.
L’iniziativa è promossa dalla Scuola politico-sindacale della Flai Cgil e Fondazione Metes

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Nota ANDAMENTI DELL’INFLAZIONE- VALORI 2021-2024 E PREVISIONE 2025-2028

Nota ANDAMENTI DELL’INFLAZIONE- VALORI 2021-2024 E PREVISIONE 2025-2028

Il 12 giugno 2025 l’ISTAT ha pubblicato i dati definitivi sull’inflazione misurata dall’indice IPCA al netto dei beni energetici importati. 

2024  l’inflazione si attesta al +1,3%, con uno scostamento di -0,6% rispetto alla previsione del +1,9%.

Previsioni 2025–2028:

  • 2025 → +2,0%
  • 2026 → +1,9%
  • 2027 → +2,0%
  • 2028 → +2,0%

Questi dati sono fondamentali per comprendere le dinamiche del costo della vita e per la contrattazione collettiva, considerando che l’indicatore IPCA-NEI è considerato come indicatore di riferimento per la dinamica degli effetti economici nella contrattazione collettiva dall’Accordo quadro tra le parti sociali per la riforma degli assetti contrattuali del 22 gennaio 2009.

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