La distribuzione della superficie irrigabile e irrigata sul territorio nazionale ha conseguenze rilevanti dal punto di vista produttivo, qualitativo e ambientale. Le aree con una maggiore disponibilità di infrastrutture irrigue -concentrate prevalentemente nel Nord – sono anche quelle in cui si concentra quantitativamente e in valore la nostra produzione agricola nazionale. Nello specifico, per quanto riguarda la qualità, alcune colture agricole offrono un rendimento migliore se irrigate adeguatamente; dal punto di vista ambientale, invece, un’irrigazione più intensiva presenta diverse criticità. L’aumento dei terreni irrigati può, infatti, comportare un uso eccessivo delle risorse idriche locali, un’intensa lavorazione del suolo e un maggiore rischio idrogeologico.Il Dialogo strategico sul futuro dell’agricoltura nell’UE e la Comunicazione UE “Una visione per l’agricoltura e l’alimentazione” (2025), considerano l’acqua e l’irrigazione temi centrali per garantire un’agricoltura sostenibile. È necessario usare l’acqua in modo più efficiente, riducendo gli sprechi e migliorando la gestione irrigua, viene evidenziata l’importanza di ridurre l’inquinamento delle acque, limitando l’uso di fertilizzanti e pesticidi nocivi per ecosistemi e falde. Vengono promosse innovazioni tecnologiche e pratiche “water-smart”, come l’irrigazione di precisione, sistemi di monitoraggio digitale e soluzioni naturali per aumentare la ritenzione idrica del suolo. Si incoraggia inoltre la diffusione di colture più resistenti allo stress idrico e il sostegno tecnico e finanziario agli agricoltori nelle zone soggette a siccità.
