L’occupazione dipendente in agricoltura (2023)

L’occupazione dipendente in agricoltura (2023)

Il Bollettino Statistico n. 21 della Fondazione Metes offre un’analisi approfondita delle dinamiche occupazionali nel settore agricolo italiano, aggiornando i dati al 2023.

Con quasi un milione di operai agricoli impiegati e oltre 117 milioni di giornate lavorate, l’agricoltura rimane un pilastro fondamentale per il tessuto economico e sociale del Paese, nonostante le sfide in atto.

Dati e tendenze

Per la prima volta, il numero di operai agricoli scende sotto il milione. Nel 2023 995.163 operai agricoli dipendenti sono stati impegnati complessivamente per 117.669.335 giornate.

Rispetto al 2022 la numerosità degli operai agricoli dipendenti è diminuita dell’1,2% mentre le giornate lavorate sono leggermente aumentate (+0,5%). Negli ultimi 10 anni la numerosità degli operai agricoli dipendenti è diminuita dell’1,4%, mentre le giornate lavorate sono aumentate del +12,5%.

Parallelamente, le imprese agricole con dipendenti registrano un calo significativo, accentuando il dibattito sull’evoluzione della sostenibilità del settore. Nel 2023 le imprese attive che occupano manodopera agricola dipendente sono 169.641.

Caratteristiche anagrafiche degli occupati in agricoltura

Nel 2023 gli occupati dipendenti in agricoltura erano per il 69% uomini e per il 31% donne. Nel periodo 2014-2023 l’occupazione dipendente maschile in agricoltura è cresciuta del 5% e quella femminile è diminuita del 13%.

La classe d’età con maggior frequenza nel 2023 risulta essere quella ‘35-54 anni’, in cui ricade il 44,1% dei lavoratori dipendenti. Nella classe d’età ‘fino a 34 anni’ si concentra un terzo dei dipendenti (31,5%), mentre il 24,3% ricade nella fascia ‘oltre i 55 anni’. Nel periodo 2014-2023 l’incidenza della classe d’età ‘fino a 34 anni’ è rimasta sostanzialmente stabile mentre quella ‘35-54 anni’ ha progressivamente ceduto quote a quella dei lavoratori ‘oltre i 55 anni’.

Nel 2023 erano 249.331 i lavoratori extracomunitari impegnati nel settore agricolo italiano. Nel periodo 2014-2023 il peso dei lavoratori extracomunitari in agricoltura è passato dal 14,7% del 2014 al 25,1% del 2023. I lavoratori extracomunitari dipendenti in agricoltura provengono principalmente da India (17,4%), Marocco (15,2%) e Albania (15,2%).

I caratteri del lavoro agricolo in Italia

Fonte: nostre elaborazioni su dati INPS 2024

Caratteristiche dei rapporti di lavoro

Nel 2023 il 26,2% dei lavoratori è occupato per meno di 50 giornate annue, il 15,5% lavora ‘51-100 gg’, il 22,1% lavora ‘101-150 gg’ e il 36,1% è impegnato per ‘oltre 150 gg’ annue.

Nel 2023 gli operai agricoli a tempo determinato (OTD) sono 891.535 e rappresentano l’89,6% del totale dei lavoratori dipendenti in agricoltura. Gli operai a tempo indeterminato (OTI) sono invece 115.185 e costituiscono circa l’11,6% dei lavoratori dipendenti del settore. Dal 2018 la numerosità degli occupati a tempo determinato è in calo (-9%) a vantaggio di quella degli occupati a tempo indeterminato (+11%).

Analisi territoriali

Come di consueto Il bollettino approfondisce inoltre, come di consueto, le peculiarità territoriali: dal primato della Puglia per numero di imprese e giornate lavorate, alle criticità in regioni come Emilia-Romagna e Molise, fino alle graduatorie che sintetizzano i valori dei principali indicatori (imprese, occupati, giornate lavorate) per provincia.

Imprese agricole, occupati e giornate a livello regionale (2023)

Fonte: nostre elaborazioni su dati INPS 2024

Conclusioni

Le condizioni meteorologiche avverse e le tensioni geopolitiche emerse nel 2023 hanno esercitato una pressione significativa sull’agricoltura italiana, amplificando le criticità già esistenti. Questa combinazione di fattori ha portato alla riduzione delle imprese attive e ha accentuato la precarietà del lavoro agricolo, evidenziando le fragilità strutturali di un settore che fatica ad adattarsi rapidamente a uno scenario globale sempre più complesso e instabile.

Scarica il documento completo qui:

AE 3/2024 – Invertire lo sguardo: dalle Aree interne per un nuovo modello di sviluppo

AE 3/2024 – Invertire lo sguardo: dalle Aree interne per un nuovo modello di sviluppo

Il numero 3-4/2024 della rivista AE focalizza la sua attenzione sul tema delle aree interne, una porzione fondamentale del territorio del nostro Paese trascurata negli anni dal dibattito politico nazionale.

Eppure, le aree interne secondo l’ISTAT rappresentano quasi il 60% del territorio nazionale e sono abitate da quasi 13 milioni e mezzo di persone, vale a dire oltre il 23% dei cittadini italiani. Seguendo le tendenze neoliberiste che, dagli anni ’80, hanno pervaso le politiche e che prevedono una crescente accumulazione della ricchezza in poche mani e in un numero limitato di territori, le aree interne sono oggi pressocché ignorate dagli investitori pubblici e privati e vivono un continuo deterioramento delle condizioni di cittadinanza.

La crescente fragilità delle aree interne del nostro Paese si pone ormai come una questione di rispetto dei fondamentali diritti costituzionali visti i problemi di accesso delle popolazioni locali ai più basilari servizi sanitari, di istruzione e di trasporto.

D’altro canto, le preoccupazioni che montano nell’opinione pubblica rispetto agli impatti delle crisi climatica ed energetica con i correlati obiettivi di transizione ecologica determinano una nuova attenzione per le aree interne e per le ingenti potenzialità possedute da queste zone rispetto agli obiettivi dello sviluppo sostenibile. Questi spazi non solo concentrano, infatti, una fondamentale riserva di risorse naturali per lo sviluppo di fonti energetiche sostenibili, come l’acqua e il vento, ma rappresentano anche un fondamentale patrimonio di biodiversità sia naturale sia agricola pensando alla varietà di produzioni alimentari di qualità e di tecniche di agricoltura agroecologica storicamente diffuse in questi territori.

Parliamone insieme!

Questo numero sarà presentato lunedì 9 dicembre 2024, presso la sede della nostra Scuola politico-sindacale, nell’ambito dell’iniziativa “Invertire lo sguardo: dalle Aree interne per un nuovo modello di sviluppo“.

Sarà possibile partecipare in presenza registrandosi a questo link, o seguire l’iniziativa in streaming registrandosi qui.
Di seguito il programma dell’evento.

Questi i contenuti del numero 3-4/2024

Premessa di Rossano Pazzagli

Introduzione del Comitato di redazione

Caratteristiche ed evoluzioni dell’agricoltura nelle aree interne di Massimiliano D’Alessio 

Politiche per l’agricoltura e i territori rurali di Daniela Storti 

Aree interne e foreste di Alessandra Stefani e Raul Romano 

Governance locale, risorse e programmazione per l’agricoltura territoriale di Antonio Lavorato

Aree interne nella transizione ecologica, economica e sociale del Paese di Carmela Cascone, Antonella Tornato, Paolo De Fioravante, Ines Marinosci

Benessere nelle aree interne. Dalla crisi del “welfare tradizionale” alle opportunità del “welfare territoriale” di Marco Giovagnoli 

Produzioni agro-alimentari e servizi ecosistemici nelle aree interne italiane. Il caso studio della filiera lattiero-casearia di Angelo Marucci , Aurora Cavallo , Luigi Mastronardi

Archivio storico Donatella Turtura (Introduzione di Valeria Cappucci)

Dopo la presentazione pubblicheremo su questa pagina, come di consueto, gli abstract di tutti i contributi e la registrazione dell’evento.

Il commercio internazionale agroalimentare in Italia

Il commercio internazionale agroalimentare in Italia

La nota che riportiamo in fondo a questo articolo analizza i principali dati pubblicati da ISMEA relativi al commercio internazionale agroalimentare in Italia nel primo semestre 2024.

Export agroalimentare 2024

Nei primi sei mesi del 2024 l’export agroalimentare italiano si attesta sui 34 miliardi di euro e, a differenza dell’export complessivo che vive una tendenza negativa, registra una crescita del 7,1% rispetto allo stesso periodo del 2023. Se questi andamenti rimarranno costanti alla fine del 2024 le vendite all’estero di prodotti agroalimentari italiani potrebbero presto superare la cifra record di 70 miliardi di euro.

Import agroalimentare 2024

Le importazioni di prodotti agroalimentari hanno raggiunto il valore complessivo di circa 33,5 miliardi e sono cresciute nel primo semestre del 2024 ad un tasso nettamente inferiore (+1,4% rispetto al primo semestre 2023). A questo risultato ha contribuito in larga misura l’incremento delle importazioni di prodotti dell’industria alimentare (22,3 miliardi di euro, +2,2%).

Saldo commerciale agroalimentare

Questi andamenti hanno determinato un netto miglioramento del saldo commerciale che, nel periodo in esame, ha registrato un surplus di 433 milioni di euro contro un disavanzo superiore a 1,3 miliardi nei primi sei mesi dello scorso anno.

Le esportazioni e importazioni agroalimentari italiane per comparti produttivi

Tabella che riporta i principali valori del commercio internazionale agroalimentare divisi per comparto produttivo
Fonte: elaborazioni Fondazione Metes su dati ISMEA

Altri dati sul commercio internazionale agroalimentare

La nota allegata approfondisce il tema offrendo un’analisi dei dati che riguardano anche i paesi di destinazione e provenienza degli scambi commerciali del settore agroalimentare, nonché i principali comparti produttivi coinvolti che abbiamo riportato nella tabella precedente.

Vi invitiamo a scaricarla qui.

Economia non osservata 2022

Cosa si intende per economia non osservata?

L’economia non osservata comprende tutte quelle attività economiche che, per motivi differenti, sfuggono all’osservazione statistica diretta. Le principali componenti dell’economia non osservata sono l’economia sommersa, l’economia illegale, l’economia informale e il sommerso statistico.

Nell’economia sommersa si includono, più nello specifico, tutte quelle attività nascoste volontariamente alle autorità fiscali, previdenziali e statistiche tramite comunicazioni volutamente errate del fatturato e/o dei costi (sotto-dichiarazione del valore aggiunto) o attraverso l’utilizzo di lavoro irregolare.

L’economia illegale, invece, è composta dalle attività di produzione di beni e servizi la cui vendita, distribuzione o possesso sono proibite dalla legge, e quelle che, pur essendo legali, sono svolte da operatori non autorizzati.

Composizione delle componenti dell’economia sommersa e attività illegali (%) – 2022

Fonte: Elaborazioni Fondazione Metes su dati ISTAT

Quanto incidono le attività non osservate sull’economia?

Stando agli ultimi dati ISTAT, il valore aggiunto generato dall’economia non osservata italiana nel 2022 valeva 201,6 miliardi di euro con una crescita di 17,6 miliardi rispetto all’anno precedente.

Nel settore agricoltura, silvicoltura e pesca l’economia sommersa (ovvero al netto delle attività illegali) valeva 27,9 miliardi di euro e rappresentava il 15,7% del totale del sommerso economico nazionale.

Nel 2022 le unità di lavoro irregolari ammontavano nel complesso a 2 milioni 986mila. L’agricoltura, silvicoltura e pesca, dove è irregolare più di una unità di lavoro a tempo pieno (ULA) su tre, è il secondo settore in termini di incidenza delle unità di lavoro irregolari (34,2%). In particolare, sono 198mila le unità di lavoro non regolari (138mila dipendenti e 60mila indipendenti).

Per maggiori approfondimenti su tutti i settori economici vi invitiamo a scaricare la nota allegata che analizza tutti gli ultimi dati disponibili.

Statistiche sugli operai agricoli

Nel suo XXIII Rapporto Annuale l’INPS ha incluso alcune anticipazioni delle statistiche sugli operai agricoli che vengono generalmente pubblicate a fine anno nell’ambito dell’Osservatorio Mondo Agricolo.

Le abbiamo riportate in una nota sintetica evidenziando come stia continuando la riduzione del numero degli operai agricoli che, nel 2023, è sceso sotto il milione di unità.

La nota prende in considerazione il periodo 2019-2023 ed evidenzia le tendenze nel numero di operai agricoli per anno in base a :

  • genere
  • età
  • provenienza geografica
  • area geografica di lavoro
  • rilevanza della posizione lavorativa
  • tipologia contrattuale
  • giornate lavorate

Distribuzione regionale dei lavoratori agricoli dipendenti (valori assoluti in migliaia)

Fonte: INPS

Scarica qui la nota completa