AE 2/2024 – Cibo bene comune

Il numero 2/2024 della rivista AE concentra la sua attenzione sulla tematica del cibo dando spazio ad alcune riflessioni su alcune questioni cruciali inerenti alla progettazione e all’attuazione di un nuovo modello di alimentazione sostenibile.

“La pandemia da COVID-19 e, successivamente, gli scenari di guerra che nell’ultimo periodo riguardano il contesto internazionale hanno messo nuovamente al centro dell’attenzione dell’opinione pubblica il cibo e i sistemi agroalimentari. D’altronde, visto l’intimo legame che collega l’alimentazione alla gestione e alla conservazione delle risorse naturali, le questioni del cibo costituiscono un fattore determinante per il successo di qualsiasi strategia di intervento finalizzata alla transizione dall’attuale modello di sviluppo capitalistico estrattivista verso il paradigma della sostenibilità.

Il cibo ha, inoltre, un valore che va ben oltre quello che viene riconosciuto dal mercato. Solo superando, infatti, l’attuale approccio fondato sulla mercificazione del cibo frutto dell’affermazione dei principi neoliberisti sarà possibile riconoscere la “multivalorialità” relazionale, culturale e identitaria dell’alimentazione.” (Dalla premessa)

Questo l’indice completo

Il tema

  • Sovranità alimentare e tensioni globali: le regole giuste oltre la retorica – Monica di Sisto
  • L’agricoltura fra equità, sostenibilità e nuovi attori: la necessità di una visione integrata per l’intervento pubblico – Teresa Del Giudice
  • Spreco alimentare e politiche agroalimentari sostenibili dalla sicurezza alimentare alla giustizia sociale – Francesca Giarè
  • Politiche per diete sane e sostenibili secondo l’approccio One Health: novità, riflessioni e prospettive – Patrizia Borsotto, Sabrina Giuca, Annalisa Angeloni, Maria Luisa Scalvedi, Roberto Henke e Giampiero Mazzocchi
  • Nuove Tecniche Genomiche in agricoltura – Cristina Crosatti e Luigi Cattivelli
  • Novel Food: normative europee e il futuro delle proteine – Fabio Verneau
  • Riforma IG: le novità del nuovo Regolamento e gli step successivi – Mauro Rosati e Daniele Policastri
  • Diritto al cibo, sovranità alimentare e Food Commons: riflessioni sul ruolo della Politica agricola comune – Massimiliano D’Alessio

Documentazione

  • Introduzione a cura di Valeria Cappucci ( FLAI CGIL Nazionale)
  • ARCHIVIO STORICO “Donatella Turtura” della FLAI CGIL Nazionale. «Fame e sviluppo: i nodi della cooperazione economica internazionale» promosso dall’Ufficio Internazionale CGIL.

Sovranità alimentare e tensioni globali: le regole giuste oltre la retorica

Il primo articolo, Sovranità alimentare e tensioni globali: le regole giuste oltre la retorica di Monica Di Sisto, è una descrizione dell’attuale mappa agroalimentare globale, frutto non solo delle specializzazioni produttive e commerciali, ma anche dello scenario geopolitico mondiale, degli storici modelli capitalistici di mercato e di Stato e delle regole neoliberiste del commercio internazionale. Partendo dalla denuncia delle ingiustizie e delle violazioni dei diritti delle persone e dell’ambiente, l’autrice prospetta numeri, traiettorie e trasformazioni necessarie per un cambiamento nell’attuale paradigma del commercio internazionale del cibo, proponendo parallelamente un percorso politico di cambiamento più risolutivo, democratico e sostenibile, a livello internazionale, nazionale e locale, in materia di politiche globali per l’alimentazione.

L’agricoltura fra equità, sostenibilità e nuovi attori: la necessità di una visione integrata per l’intervento pubblico

Nel secondo articolo, L’agricoltura fra equità, sostenibilità e nuovi attori: la necessità di una visione integrata per l’intervento pubblico, Teresa Del Giudice, muovendo dalla descrizione delle grandi sfide con cui nel prossimo futuro dovrà confrontarsi l’agricoltura, propone una descrizione del percorso che in questi anni ha contribuito a ridisegnare il ruolo e le dimensioni del settore agroalimentare. Partendo infatti da questi cambiamenti, l’autrice evidenzia la necessità di adottare nuove “lenti interpretative” basate sul cibo nella sua dimensione politica e di giustizia e sull’agricoltura nelle sue dimensioni ambientale e sociale per la definizione di traiettorie di intervento pubblico innovative finalizzate all’affermazione di nuovi modelli di sviluppo agroalimentare.  

Spreco alimentare e politiche agroalimentari sostenibili: dalla sicurezza alimentare alla giustizia sociale

Nel terzo articolo, Spreco alimentare e politiche agroalimentari sostenibili: dalla sicurezza alimentare alla giustizia sociale, Francesca Giarè, dopo aver descritto le principali dimensioni che caratterizzano il fenomeno, evidenzia la necessità di rivedere l’approccio delle politiche, proponendo di spostare l’attenzione dai prodotti ai luoghi per focalizzare lo sguardo sui fabbisogni delle persone e per disegnare “sistemi locali” in grado di tutelare i diritti, compresi quelli al cibo e a un lavoro dignitoso.

Politiche per diete sane e sostenibili secondo l’approccio One Health: novità, riflessioni e prospettive

Il quarto articolo, Politiche per diete sane e sostenibili secondo l’approccio One Health: novità, riflessioni e prospettive di Patrizia Borsotto, Sabrina Giuca, Annalisa Angeloni, Maria Luisa Scalvedi, Roberto Henke e Giampiero Mazzocchi, è un approfondimento dell’approccio One Health: il nuovo paradigma di intervento sull’alimentazione basato sul principio che la protezione della salute umana implica la protezione della salute degli animali e delle loro interazioni con l’ambiente. L’analisi del potenziale contributo di questo approccio prende spunto dalle risultanze dell’attività di ricerca condotta da un gruppo di lavoro del CREA nell’ambito del progetto OnFoods.

Nuove Tecniche Genomiche in agricoltura

Il quinto articolo, Nuove Tecniche Genomiche in agricoltura di Cristina Crosatti e Luigi Cattivelli, è dedicato alla tematica delle TEA (Tecniche di evoluzione assistita), nuova famiglia di tecnologie finalizzate al miglioramento genetico delle piante coltivate. Nonostante si tratti di un fenomeno controverso e non privo di dubbi e perplessità in merito alla sua compatibilità con i percorsi di transizione verso paradigmi agroecologici, abbiamo ritenuto opportuno trattare questa tematica dando voce ad esponenti della comunità scientifica che da anni operano in questo campo di sperimentazione.

Novel Food: normative europee e il futuro delle proteine

Il sesto articolo, Novel Food: normative europee e il futuro delle proteine di Fabio Verneau, si occupa dei novel food, un altro tema controverso e su cui si confronta l’opinione pubblica per i possibili effetti che questi alimenti o ingredienti “nuovi” possono determinare in termini di sicurezza alimentare. Dopo la descrizione dell’evoluzione del quadro normativo europeo in materia di novel food e un’analisi dei vantaggi che l’utilizzo di questi nuovi alimenti potrebbe fornire per rispondere in chiave sostenibile alla crescente domanda mondiale di proteine, l’autore propone una definizione delle principali categorie di fonti proteiche alternative analizzando i potenziali rischi che potrebbero derivare dal ricorso a questi novel food, compresa la necessità di adottare azioni politiche che regolino il ruolo delle multinazionali agroalimentari in questo nuovo settore economico.

Riforma IG: le novità del nuovo Regolamento e gli step successivi

Il settimo articolo, Riforma IG: le novità del nuovo Regolamento e gli step successivi, di Mauro Rosati e Daniele Policastri illustra le innovazioni normative introdotte recentemente nel settore delle produzioni alimentari di qualità a marchio comunitario. In particolare, l’articolo analizza i contenuti del nuovo Regolamento (UE) 2024/1143 dell’11 aprile 2024 approfondendo le innovazioni normative introdotte in materia di Consorzi di tutela, di miglioramento delle forme di protezione previste per le DOP IGP, di semplificazione e di rafforzamento degli obiettivi relativi a sostenibilità e trasparenza.

Diritto al cibo, sovranità alimentare e Food Commons: riflessioni sul ruolo della Politica agricola comune

Nell’ultimo articolo, Diritto al cibo, sovranità alimentare e Food Commons: riflessioni sul ruolo della Politica agricola comune, Massimiliano D’Alessio analizza le evoluzioni che negli ultimi anni hanno caratterizzato i sistemi di relazione tra alimentazione e società. In particolare, partendo dal percorso giuridico che ha gradualmente concorso al sedimentarsi di un concetto di diritto al cibo, si è passati all’emersione di sistemi che, in crescente antitesi con il modello agro-industriale capitalistico, propongono approcci alternativi basati sulla sovranità alimentare e, più recentemente, sull’idea di food commons.

Infine, come in precedenza, il presente numero di AE dà spazio alla documentazione proveniente dall’Archivio Storico Donatella Turtura della FLAI CGIL. In questo numero viene pubblicato un documento redatto dall’Ufficio internazionale della CGIL in occasione di un convegno nazionale che si è svolto nel febbraio del 1985. L’introduzione alla documentazione, curata da Valeria Cappucci, evidenzia come il tema della fame e della morte per fame, denunciato in questo documento redatto ormai oltre 40 anni fa, rappresenti purtroppo una problematica attuale a cui la società e le istituzioni non sono ancora riuscite a dare una risposta definitiva.

Parliamone insieme!

Questo numero sarà presentato il 30 ottobre prossimo alle ore 14:00, presso la sede della nostra Scuola politico-sindacale, nell’ambito dell’iniziativa “Cibo bene comune per un nuovo modello di sviluppo” che potrà essere seguita anche da remoto. Qui il link per registrarsi.
Di seguito la locandina con il programma dell’evento.

Spreco alimentare e fame nel mondo: il paradosso dell’agricoltura capitalistica

La nuova nota della Fondazione Metes, che invitiamo a scaricare in fondo all’articolo, affronta il tema del paradosso dell’agricoltura capitalistica, tra spreco alimentare e fame nel mondo.

Le dimensioni dello spreco alimentare

Stando all’ultimo Food Waste Index Report dell’UN Environment Programme, lo spreco alimentare globale ha raggiunto 1,052 miliardi di tonnellate nel 2022, con 132 kg pro capite. La maggior parte degli sprechi avviene infatti nelle famiglie (60%), seguite dalla ristorazione (28%) e dalla vendita al dettaglio (12%).

Nell’UE, Eurostat segnala 58 milioni di tonnellate di rifiuti alimentari annuali, pari a 131 kg pro capite. Le famiglie europee sono responsabili del 54% dello spreco, seguite dall’industria alimentare (21%), agricoltura (9%) e ristorazione (9%). Il Belgio, la Danimarca e il Portogallo sono i paesi UE con i maggiori sprechi pro capite.

Fig. 1 – Lo spreco alimentare nell’Unione Europea (2022)

Lo spreco alimentare nell'Unione Europea
Elaborazioni Fondazione Metes su dati Eurostat 2024

La fame nel mondo

La FAO misura la dimensione della fame nel mondo utilizzando l’indicatore Prevalenza della sottoalimentazione (PoU) che rileva il numero di persone che non hanno accesso regolare ad una quantità di calorie o ad apporto energetico sufficiente per svolgere una vita attiva e in buona salute.

Secondo le ultime stime, nel 2023 tra 713,3 e 757,2 milioni di persone (in media 733,4 milioni di persone) hanno sofferto la fame, 152,1 milioni di persone in più rispetto alle stime del 2019, periodo pre-pandemia.

Fig. 2 – Prevalenza di insicurezza alimentare grave o moderata e Prevalenza di insicurezza alimentare grave nelle ripartizioni geografiche mondiali (% sulla popolazione mondiale)

Fonte: FAO (2023)

La fame in Europa

La quota di famiglie nell’UE che non possono permettersi un pasto di qualità ogni due giorni è aumentata dall’8,3% al 9,5% tra il 2022 e il 2023, riflettendo in parte l’accelerazione del prezzo del cibo registrata nel 2022. La Romania è lo stato dell’UE con la maggiore incidenza di famiglie che non possono permettersi un pasto di qualità ogni due giorni (23,3% del totale).

Conclusioni

Vi rimandiamo al testo completo della nota per tutti i più recenti dati relativi ai principali indicatori dello spreco che alla povertà alimentare, nel mondo e in Italia, oltre alla nostra lettura più politica di questo paradosso che affligge il settore agroalimentare.

È fondamentale riflettere su come la nostra catena di approvvigionamento alimentare gestisca inefficacemente le risorse disponibili e attuare una drastica revisione delle pratiche agricole e di consumo, promuovendo un approccio più sostenibile e inclusivo.

Cosa si intende per condizionalità sociale quando si parla di Politica Agricola Comune?

Definizione di condizionalità sociale

La condizionalità rappresenta quell’insieme di obblighi che devono essere rispettati dai beneficiari per poter accedere al sostegno di base al reddito per la sostenibilità (Basic Income Support for Sustainability – BISS) previsto dal Primo Pilastro della PAC e agli aiuti previsti dagli interventi agro-climatico-ambientali (ACA) dello Sviluppo rurale. Dopo la riforma 2023-2027, i suddetti obblighi riguardano il rispetto di 11 Criteri di Gestione Obbligatori (CGO) e di 9 norme per il mantenimento dei terreni in buone condizioni agronomiche e ambientali (Buone Condizioni Agronomiche e Ambientali – BCAA).

Qual è la normativa di riferimento in materia di condizionalità sociale?

In merito ai CGO le norme da rispettare riguardano:

  • i requisiti per controllare le fonti diffuse di inquinamento da fosfati – Direttiva 2000/60/CE (CGO 1);
  • le norme per la protezione delle acque dall’inquinamento provocato dai nitrati provenienti da fonti agricole – Direttiva 91/676/CEE (CGO 2);
  • le norme per la conservazione degli uccelli selvatici – Direttiva 2009/147/CE (CGO 3);
  • le norme per conservazione degli habitat naturali e seminaturali e della flora e della fauna selvatiche – Direttiva 92/43/CEE (CGO 4);
  • i principi e i requisiti generali della legislazione alimentare – Regolamento (CE) n. 178/2002 (CGO 5);
  • il divieto d’utilizzazione di talune sostanze ad azione ormonica, tireostatica e delle sostanze β- agoniste nelle produzioni animali – Direttiva 96/22/CE (CGO 6);
  • le norme per commercializzazione dei prodotti fitosanitari – Regolamento (CE) n. 1107/2009 (CGO 7);
  • le norme per l’utilizzo sostenibile dei pesticidi – Direttiva 2009/128/CE (CGO 8);
  • le norme minime per la protezione dei vitelli – Direttiva 2008/119/CE (CGO 9);
  • le norme minime per la protezione dei suini – Direttiva 2008/120/CEE (CGO 10);
  • le norme riguardanti la protezione degli animali negli allevamenti – Direttiva 98/58/CE (CGO 11).

Nello specifico le BCAA riguardano il mantenimento dei prati permanenti (BCAA 1), la protezione di zone umide e torbiere (BCAA 2), il divieto di bruciare le stoppie (BCAA 3), l’introduzione di fasce tampone lungo i corsi d’acqua (BCAA 4), la lavorazione del terreno (BCAA 5), la copertura minima del suolo (BCAA 6), la rotazione delle colture (BCAA 7), la superficie agricola destinata a aree o elementi non produttivi (BCAA 8), il divieto di conversione o aratura dei prati permanenti in Natura 2000 (BCAA 9).

Undeclared work in Bulgaria and how to fight it

Undeclared work in Bulgaria and how to fight it

Undeclared work deprives workers of fair payment, social and health insurance, annual leave and other payments, regulated by labour law.

The total number of the people officially paying social contributions in the Bulgarian agriculture sector is 110.605 out of 2.802.989 workers – only 3,95% of all insured people.

Social justice passes through personal awareness, the information that we have access to and the conscious choices we make.

In order to inform, raise knowledge and promote greater awareness of rights, the Bulgarian union FNSZ, member of the Confederation of Independent Trade Unions (CITUB), produced a brochure explaining:

  • what is meant by undeclared work;
  • which concrete forms it can assume;
  • which are the negative consequences it produces for workers, for employers, for the State, for the society;
  • which are the causes and which are the factors that contribute to its development;
  • which are the measures and actions to prevent its occurrence.

Download it here.